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venerdì, Marzo 29, 2024
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Dal mito all’innovazione nasce Ulixe, l’espositore che combina vino e design

Ci sono progetti che spesso restano solo nella mente, altri sono riposti in un cassetto fino a quando qualcuno o qualcosa riesce a tirarli fuori, rendendoli concreti. È la storia di Andrea Carlo Cavina, titolare della DesignBlu di Firenze, che da trent’anni lavora nel mondo della comunicazione integrata e di sua figlia Matilde. La pandemia ha frenato le esistenze ma non ha bloccato le idee ed è così che Matilde ha lasciato il Messico per tornare in Italia, dove ha impiegato tutto il periodo del Covid per portare alla luce il progetto di papà Carlo: Ulixe. Il nome è ispirato al mito di Ulisse, l’uomo che ha segnato il suo destino con la continua e instancabile ricerca di soluzioni e innovazioni, Ulixe è un espositore definito dal “multiforme ingegno”, perché è capace di cambiare ed adattarsi rispetto agli oggetti che intende custodire.

Carlo, com’è cambiato il modo di comunicare il vino rispetto al passato?

È cambiato tanto a seguito dell’avvento di Internet, prima tutto era in presenza e solo cartaceo, grazie alla rete ho potuto acquisire clienti anche non toscani. La digitalizzazione ha abbattuto i costi, legati alle trasferte, e questo è stato un grosso cambiamento. Il Covid all’inizio ci ha bloccato, poi siamo ripartiti, anche attraverso diversi strumenti tecnologici, che ci hanno permesso di riprendere in mano il lavoro, per esempio con zoom, siamo riusciti a condividere sullo schermo i nostri progetti direttamente con i clienti. Da parte mia essendo un creativo non poter colloquiare direttamente con il cliente per immergermi nel suo mondo per poter comprendere al meglio le sue richieste, mi ha messo in difficoltà. Da pochi giorni noto, che rispetto ai mesi precedenti, dove tutte le richieste lavorative erano solo digitali, oggi si è tornati a richiedere anche il cartaceo per le brochure e le degustazioni in presenza, un buon segnale di ripartenza.

Ulixe è un progetto realizzato durante la pandemia grazie all’aiuto di tua figlia Matilde, ce ne vuoi parlare?

Era un progetto che avevo nel cassetto da un po’ di tempo e lavorando nel settore della comunicazione ho tante cantine come mie clienti, spesso mi veniva richiesto di realizzare espositori, che mettessero in risalto le bottiglie di vino. Dopo l’ennesima richiesta ho iniziato a cercare dei materiali che mi permettessero di realizzare questi espositori, utilizzando una pellicola in poliuretano, tipo quella del domopak, ma che potesse essere tirata per prendere la forma della bottiglia e una volta tolta potesse ritornare alle sue caratteristiche originali. Per il perimetro dell’espositore ho utilizzato il rovere come legno, l’intento è sempre stato quello di usare materiali di alto profilo. Tutto questo ha preso una forma sempre più concreta quando mia figlia Matilde, a causa dell’arrivo del Covid, ha dovuo lasciare il Messico, dove viveva, per tornare in Italia. Grazie anche a lei abbiamo brevettato Ulixe e tanti clienti si sono mostrati entusiasti di questi espositori, abbiamo sfruttato alcuni contatti di Matilde per presentarlo anche in Messico per contenere bottiglie di vino e di Tequila, riscuotendo dei buoni risultati. Devo dire che è stato bello lavorare con mia figlia.

Qual è la risposta che il mercato ha dato verso questo nuovo prodotto?

La risposta è stata molto positiva, certo il Covid non ci ha aiutato perché tutti aspettano la ripresa delle fiere e delle degustazioni per procedere con gli ordini. Per ora ci sono tante promesse d’acquisto e noi aspettiamo la vera ripartenza, per procedere con un prodotto tutto italiano, che si aggira su una fascia prezzo dai 110 ai 140 euro.

Qual è l’obiettivo che vi siete posti di ottenere attraverso Ulixe?

È quello di crescere e aprirmi un mercato di riferimento importante, già in questa prima fase noto interesse verso il prodotto, sono stato contattato anche da un architetto, che vorrebbe utilizzare il mio Ulixe per realizzare uno spazio espositivo all’interno di una cantina.

La pandemia ha modificato il modo di fare comunicazione nel mondo del vino?

Sicuramente la pandemia l’ha cambiato, se prima dovevamo presentarci al cliente dal vivo ora tutto si muove più sull’online e spesso devo dire questo non è il massimo.

Cosa conta di più per te aver realizzato finalmente il tuo progetto o averlo fatto con tua figlia?

Le due cose sono legate, questo progetto a me divertiva per dare al mercato qualcosa che serviva, la burocrazia legata al brevetto mi ha frenato, poi la pandemia e il ritorno di mia figlia ha permesso di renderlo concreto.

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