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venerdì, Marzo 29, 2024

“Cannolicchi alla Soldatina” e Altri Ricordi // La Cucina Romana

“Un cucchiaio per mangiare la pasta, dove si’ e’ mai visto un cucchiaio, questa e’ una mortificazione”

Tuono’ il Principe di sangue reale Alfonso Regli dei Siniscalchi, Principe del casato dei Savoia, atleta , cavaliere e detentore di due olimpiadi nella nobile arte  del dressage.

Il principe Alfonso viveva otto mesi  all’anno  nella locanda – ristorante dei miei genitori a Rocca Priora e si allenava tutti i giorni, sotto la neve, la pioggia, alle intemperie con la sua cavalla Una, la perfezione del movimento e dell’armonia, la sintesi corporea nell’ unione plastica tra uomo e cavallo.

Annie Spratt
Annie Spratt

Vederli danzare insieme era uno spettacolo che rallegrava lo spirito e rendeva la magia agli spettatori che senza fiato godevano a pieni occhi lo splendore della danza cavallo-uomo.

Il principe era un uomo di ferro, gentile, premuroso ma irascibile se non trovava le sue cose sempre al solito posto, dal tovagliolo al bicchiere, alla sedia sempre nella stessa posizione e la finestra della sala da pranzo  aperta a metà, che dava sul giardino, sia in estate che in inverno.

Al principe non importava che piovesse o nevicasse, lui mangiava sempre, una volta al giorno, nell’identica posizione osservando la natura. Si perdeva con la vista e con il pensiero tra i meandri del magnifico bosco della Doganella, tra le  migliaia di querce secolari e i  verdi prati che si allungavano a perdita d’occhio.

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Il principe Alfonso si perdeva anche tra le succulente ricette di mia nonna Velia e mia nonna era l’unica persona che potesse tenergli testa sul piano caratteriale.

Insomma , tornando alla sfuriata che il nobiluomo fece al nostro fido cameriere Otello per la questione del cucchiaio, l’intervento della nonna fu’ liberatorio, mise a tacere l’indignato principe e ridiede lustro alla professionalità del nostro Otello.

“Ho dato ordine io di fare la mise en place , Principe”.

“Questa sera le serviremo una pietanza da una ricetta che ho ritrovato tra gli appunti di mia nonna (Eleonora ndr), è una dedica a lei , se mi è concesso”

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A queste parole l’irato nobiluomo divenne ad un tratto gentile e  andò ad accomodarsi sulla sua sedia, intento a mangiare e ammirare la perfetta natura dei luoghi che si aprivano ai suoi occhi. Un leggero refolo di aria profumata investì la finestra socchiusa e l’estate col suo impeto invase la stanza. 

La nonna, accompagnata dal fido Otello portò a tavola il piatto di  pasta e il Principe iniziò a mangiare, ma di li’ non seguì il solito silenzio rotto dal cinguettio di qualche uccello; accadde qualche cosa di unico nel suo genere, un fatto che avrebbe poco a poco conquistato il cuore e la mente dell’austero principe di stirpe reale.

Alfonso iniziò a mugolare, si proprio così. Iniziammo a sentire dei versi , tra l’umano e l’animale che rendeva la cosa comica e imbarazzante al tempo stesso. Il principe aveva rotto la sua corazza e stava dando il meglio di sé in chiave godereccia. Io iniziai a ridere e con me tutti quanti i presenti e quelli che accorsero attratti dalle risate iniziarono a sganasciarsi anche loro.

Sembrava di stare dentro un film comico , dove l’attore principale era il nobiluomo discendente dai Savoia, il quale in preda ad una crisi edonistica non potava trattenere più la gioia per quello che stava mangiando.      Fu una serata indimenticabile e alla fine Alfonso, come volle lo chiamassimo noi di casa Dandini, invitò i presenti a sedersi con lui. Mia nonna Velia alla sua destra, come si conveniva svelò al principe il nome del piatto: “Cannolicchi alla Soldatina”, in suo onore, principe e generale di cavalleria.

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Un piatto nato da un attendente di Giuseppe Garibaldi alla conquista di Roma e arrivato a noi attraverso gli appunti di mia nonna Eleonora Albani. Il cucchiaio le è servito per raccogliere al meglio la pasta di piccolo calibro e tutto il condimento a base di pomodoro, aglio, prezzemolo e peperoncino.

“Per lei ho aggiunto del pecorino di Monte Ceraso, di cui so che è molto goloso. Un piatto semplice cucinato da una cuoca sopraffina capace di incantare anche gli Angeli con la sua cucina.”

Grazie Nonna, ovunque tu sia adesso!

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